la fantasylands cresce e diventa social da oggi potete seguirci anche su Google+ e Tweeter, e presto anche su Facebook, ammetto di essere davvero in ritardo e che sono ancora molto inesperto ma ho dovuto mettere da parte la mia personale ostilità verso i social network e riconoscerne le indubbie possibilità.
Spero che questo aiuterà il sito a migliorare a crescere e a offrire un servizio sempre migliore, spero che vorrete seguirci in tanti e se qualcuno vuole contribuire è sempre in benvenuto
Vi ringrazio
Alla Prossima^___-
Purtroppo, o per fortuna, anche queste vacanze sono finite…….. mai come quest’anno almeno personalmente, potro dire “anno nuovo, vita nuova” per me i prossimi saranno mesi davvero duri, ma auguro a tutti un futuro migliore e un buon 2014 anche se le premesse non sono delle migliori.
Tuttavia io resto ottimista, gli Italiani pur con i loro grandissimi e innegabili difetti, sono sopravvissuti a tutto, ai barbari, alle pestilenze a 2 guerre mondiali e sono convinto che col tempo, e con molta fatica supereremo anche questa tempesta.
di solito nella Fantasylands non parlo della vita reale ma spero che perdonerete queste poche righe di sfogo personale e accetterete con ironia il video che allego alla fine^__-
tratto da “vacanze di natale” 1983 (il primo, l’originale”)
il Papà augurà buone feste a tutti
buona visione e alla prossima^____-
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qualche giorno fà ho effettuato l’aggiornameno all’ultima versione disponibile di wordpress
purtroppo nonostante che l’aggiornamento sia andato a buon fine stò riscontrando qualche difficoltà con l’integrazione del tema in uso, mi scuso per il disagio e spero di risolvere il tutto al più presto.
Manuale per la lettura e la comprensione del giapponese nei manga.
Come si legge il giapponese transliterato in caratteri latini?Prima di tutto, per transliterazione si intende la rappresentazione in caratteri latini della pronuncia delle parole, modo utilizzato anche dai giapponesi che lo chiamano romanji.
La trasliterazione, per non portare a confusione, segue alcune regole piuttosto semplici in modo che la lettura della pronuncia diventi il più naturale possibile. In linea di massima la parola transliterata si legge come in italiano (possono cambiare alcuni accenti), ci sono però alcune sillabe che seguono regole diverse da quelle della nostra lingua, questa piccola guida utilizza la transliterazione Hepburn (la più utilizzata ed anche la più semplice da leggere). Ecco le più importanti regole di lettura: La sillaba ch+ (cha, che, chi, cho, chu) si legge come fosse ci+ (cia, cie, ci, cio ,ciu). La sillaba h+, che in italiano non esiste, si legge con l’h aspirata (dando l’accento sulla vocale). Il dittongo “ou” si legge come una o allungata (viene usata anche la scrittura “oo”). Viene usato raramente il dittongo “ei” per rappresentare una “e” con suono prolungato.
La sillaba ts+ si legge come la z+ (p.e. tazza).
La sillaba z+ si legge sempre come ds+ (p.e. zaino) e non come ts+ (p.e. tazza). La sillaba sh+ si legge come sci+. La sillaba s+ si legge sempre con la s di seta. Due particelle del discorso giapponese “wa” e “wo” (la transliterazione più correta è “o”), la loro pronuncia è modificata come fossero “ha” e “o”.
La vocale “u” è molto debole, spesso non viene nemmeno pronunciata, ma nei pochi casi in cui la si deve leggere il suo suono è molto simile a quello della u gutturale (la “u” di alcuni dialetti italiani). La consonante “n” è sempre nasale e il suo suono è debole. Dizionario delle parole manga/anime anime, pronuncia: animè
Animated Video, viene usato per indicare tutti i cartoni animati giapponesi.
Si scrive anche: anime’. –chansuffisso, equivale al diminutivo vezzeggiativo italiano. Si usa con il nome di persone o di animaletti a cui si tiene. Doujinshifanfiction sono le storie, scritte da appassionati, che prendono spunto da serie manga già famose.fansubsono le videocassette con dialoghi originali, ma con i sottotitoli inseriti da appassionati nel loro tempo libero e senza scopo di lucro. Infatti queste produzioni sono solo oggetto di scambio.
Furigana piccolo testo in hiragana scritto sopra agli ideogrammi in kanji, descrivendone la pronuncia, viene inserito per scopi didattici in modo da facilitare la lettura ai bambini. (ma come ben sappiamo aiuta molto anche noi poveri occidentali!) hentai eroticoI manga a sfondo erotico/sessuale, però senza scendere nel pornografico. idolgiovane promettente nel mondo dello spettacolo che viene aiutato a diventare famoso da una casa discografica solo per pochi anni e poi abbandonato a se stesso. Finiti gli anni del successo , vengono quasi sempre dimenticati.
Mangasono i fumetti giapponesi. Letteralmente significa: parola divertente (ridicola) mangaka disegnatore di manga mecha
qualsiasi mezzo o attrezzatura tecnologica OAV/OVA Original Animated Video, sono dei film di animazione prodotti esclusivamente per il mercato casalingo. Otakusignifica “fan sfegatato”. Lo si può usare per indicare gli appassionati di qualsiasi genere.
In giapponese il termine ha un valore negativo, mentre i fan non-giapponesi se ne appropriano come fosse un simbolo di onore.
La parola “otaku” in origine significava “la casa altrui” e veniva usato per indicare la gente.
-san suffisso, signore/a (più familiare di -sama)
-sama suffisso, signore/a (più onorifico di -san)
-seiyuu doppiatore Curiosità: in Giappone i doppiatori dei personaggi di anime sono molto famosi, pubblicano dischi e fanno concerti.
sensei maestro o professore, è un suffisso di riverenza e rispetto. Sentai d’azione, si usa per indicare tutte le storie d’azione in cui i personaggi principali sono eroi mascherati o personaggi che combattono usando le arti marziali. Senpai anziano E’ un appellativo di rispetto usato dagli studenti giovani per rivolgersi a quelli degli anni superiori. shojo [shoojo, shoujo] per ragazze, di solito nella frase “shoojo manga”, che significa “manga per ragazze”. Indica un genere di produzioni, che per i contenuti è particolarmente adatto ad un pubblico amante delle storie romantiche.
In
questa pagina mi propongo di specificare una serie di nozioni
elementari di giapponese;
non mi aspetto assolutamente di insegnare la lingua a qualcuno (tanto
più che io comunque non so il giapponese…), ma semplicemente intendofornire
una serie di nozioni, frasi fatte e termini vari a puro scopo di
curiosità.
Allora
cominciamo:
Saluti
Voce
giapponese
Pronuncia
Significato
Note
Ohayou
ohaiò
Ciao,
buon giorno
Più
o meno si usa fino alle 10 di mattino
Konnichi
wa
conicì-uà
Ciao,
buon giorno,
buon pomeriggio
Si
usa più o meno dalle 10 alle 18
Konban
wa
conban-uà
Buona
sera
Si
usa dopo le 18
Oyasumi
nasai
oiàsumì-nasaì
Buona
notte
Il
suffissonasai rende il saluto informale
Irasshai
irasciaì
Benvenuto
.
Okaeri
ocaerì
Bentornato
.
Dawa
mata
dauà-matà
A
presto
.
Suguni
mata
s-günì-matà
A
dopo
.
Sayounara
sayònara
Arrivederci,
ciao
.
Mata
aimashou
matà-aimasciò
Ci
vediamo
.
N.B.
Per la pronuncia, la “R” giapponese corrisponde a una via di mezzo fra
le nostre “L” e “R”.
L’ideologia della cultura Internet dell’open source (ciò in cui gli hacker dicono di credere) è un argomento di per sé già abbastanza complesso. Tutti i membri sono d’accordo sul fatto che l’open source (cioè software liberamente ridistribuibile e che può essere prontamente sviluppato e modificato per rispondere ad esigenze sempre diverse) è una cosa buona e meritevole di un significativo sforzo collettivo. Questo accordo definisce efficacemente l’appartenenza alla cultura. Tuttavia, le ragioni che gli individui e varie subculture adducono per questa credenza variano notevolmente. Una dimensione lungo la quale gli hacker si differenziano è il fanatismo: se lo sviluppo di software open source venga considerato semplicemente un mezzo valido per uno scopo (buoni strumenti, giocattoli divertenti ed un gioco interessante da giocare) o un fine a se stesso. Una persona con un alto grado di fanatismo potrebbe dire: “Il software free è la mia vita! Io esisto per creare begli, utili programmi e risorse di informazione, e poi regalarli”. Una persona moderatamente fanatica potrebbe dire: “L’open source è una cosa buona e sono disposto ad offrire molto tempo per contribuire a crearla”. Una persona con un basso grado di fanatismo potrebbe dire: “Sì, l’open source è ok, a volte. Ci gioco e rispetto la gente che lo produce”.
Un’altra dimensione di differenziazione è l’ostilità verso il software commerciale e/o verso le società percepite come dominanti nel mercato del software commerciale. Una persona molto anticommerciale potrebbe dire: “Il software commerciale è furto e avidità. Io scrivo software free per porre fine a questo male”. Una persona moderatamente anticommerciale potrebbe dire: “Il software commerciale in generale è ok perché i programmatori meritano di essere pagati, ma le società che prosperano con prodotti scadenti e approfittano delle loro grandi dimensioni sono cattive”. Una persona priva di spirito anticommerciale potrebbe dire: “Il software commerciale è ok, solo che io uso e/o scrivo software open source perché mi piace di più”.
Tutti e nove gli atteggiamenti dati dalle combinazioni di queste categorie sono rappresentati nella cultura open source. Il motivo per cui vale la pena di sottolineare le differenze è che essi implicano diverse opinioni sulle cose da fare, e comportamenti di adattamento e di cooperazione diversi. Storicamente, la parte più visibile e meglio organizzata della cultura hacker è stata sia molto fanatica, sia molto anticommerciale. La Free Software Foundation fondata da Richard M. Stallman ha sostenuto una gran parte dello sviluppo di software open source a partire dai primi Anni ’80, compresi strumenti come Emacs e GCC che sono tuttora fondamentali per il mondo dell’open source, e che sembra che rimarranno tali anche per il prossimo futuro.
Per molti anni la FSF è stato il più importante centro di sviluppo di software open source, producendo un gran numero di strumenti che sono ancora essenziali per la cultura hacker. La FSF è stata per lungo tempo anche l’unica sostenitrice dell’open source con una identità istituzionale visibile anche da osservatori esterni alla cultura hacker. Ha definito efficacemente il termine “free software” dandogli deliberatamente una valenza polemica (che la nuova etichetta “open source” evita altrettanto deliberatamente).
Perciò, le percezioni della cultura hacker sia all’interno che all’esterno tendevano ad identificarla con l’atteggiamento fanatico della FSF ed i suoi scopi, visti come anticommerciali (RMS nega di essere anticommerciale, ma il suo programma è stato interpretato così da moltissima gente, inclusi molti dei suoi partigiani più attivi). La spinta vigorosa ed esplicita della FSF a “distruggere l’avidità del software!” diventò la cosa più vicina ad una ideologia hacker, e RMS la cosa più vicina ad un leader della cultura hacker.
La licenza della FSF, la “General Public Licence” (GPL) esprime l’atteggiamento della FSF. E’ molto largamente adottata nel mondo dell’open source. Il Sunsite della North Carolina è il più grande ed il più popolare archivio di software nel mondo Linux. Nel luglio 1997 circa la metà dei pacchetti presenti in Sunsite che avevano licenze esplicite usava la GPL. Ma la FSF non è mai stata l’unico attore sulla scena. C’era sempre, nella cultura hacker, una corrente più tranquilla, meno polemica e più ben disposta verso il mercato. I pragmatici non erano tanto leali ad un’ideologia quanto ad un gruppo di tradizioni ingegneristiche fondate su vecchi lavori open source che avevano preceduto la FSF. Queste tradizioni includevano, soprattutto, le culture tecniche interconnesse di Unix e dell’Internet precommerciale.
Il tipico atteggiamento pragmatico è solo moderatamente anticommerciale, ed il suo problema principale con il mondo delle società commerciali non è “l’avidità” di per sé. Piuttosto è il perverso rifiuto di quel mondo di adottare degli approcci tecnicamente superiori incorporando Unix, standard “open” e software open source. Se il pr
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